La storia della gastronomia italiana, dalle origini fino a oggi

Gastronomia italiana: un viaggio nella storia e nelle tradizioni culinarie del nostro Paese

La gastronomia italiana è rinomata in tutto il mondo per la sua ricchezza di sapori, l'uso di ingredienti freschi e la varietà dei piatti tradizionali, che cambiano da regione e ragione. Chi non si è mai lasciato sedurre dal sapore di una pizza, dalla semplicità di un piatto di pasta o dal gusto deciso di un formaggio italiano? 

Quello che forse non tutti sanno è che la nostra gastronomia ha una lunghissima storia alle spalle. Nel corso dei secoli ha infatti subito l’influenza di tutti quei popoli che, abitando o venendo a contatto con il nostro Paese, hanno contribuito a formarne non solo la cultura, ma anche usi, costumi e abitudini culinarie, arricchendo la cucina tradizionale di nuovi ingredienti e nuovi sapori. 

In questo articolo esploreremo la storia della gastronomia italiana, dalle sue origini antiche fino alla sua diffusione globale. Scopriremo le influenze culturali, le tradizioni culinarie regionali e i piatti famosi che hanno reso la cucina italiana così amata e apprezzata nel mondo. 

L'origine della gastronomia italiana

Le radici della gastronomia italiana risalgono all'antichità, quando l'Italia era abitata da popoli come gli Etruschi, i Greci e i Romani. Queste antiche civiltà hanno lasciato un'impronta duratura sulla nostra cucina, introducendo ingredienti e tecniche di cottura che ancora oggi sono fondamentali nella gastronomia del Paese. Gli ingredienti di base dell'antica cucina italiana includevano grano, olive, uva e legumi

I Romani erano noti per la loro passione per il cibo e la loro cucina sofisticata. Importavano spezie esotiche, frutta, verdura e carni da tutto l'Impero romano e li combinavano in ricette uniche. Basti pensare che al tempo erano già presenti le prime forme di pasta, simili alle lasagne, che erano un alimento base nella loro dieta. Diverse fonti romane parlano infatti di una specialità chiamata “lagana”, diretta antenata dell’attuale lasagna.

Il De re coquinaria di Apicio (una raccolta di testi compresi tra i III e il IV secolo d.C.) cita esplicitamente la ricetta delle lagane, che venivano preparate con sottili strati di pasta farciti con un ripieno saporito (a base di carne, pesce, uova ed erbe aromatiche). Dalla descrizione non è ben chiaro se la sfoglia venisse cotta in forno o fritta prima di essere utilizzata per la preparazione. Apicio consigliava di forare l’ultimo strato di pasta ripiena con una cannuccia: questo può suggerire che la pasta fosse cruda e, una volta in forno, si sarebbe cotta grazie al ripieno liquido contenuto nella farcitura.

L'eredità delle lasagne romane si è perpetuata nel corso dei secoli. La tradizione di preparare strati di pasta intercalati con ripieni gustosi si è evoluta nel corso del tempo, dando vita alle lasagne moderne che conosciamo oggi. Questa tipologia di pasta è diventata ormai parte integrante della cucina italiana e viene preparata in diverse varianti regionali: dalle classiche lasagne bolognesi alle versioni più sfiziose, come le lasagne alla zucca e asiago o quelle alle verdure.   

I Romani hanno anche introdotto l'uso di erbe aromatiche e spezie, utilizzate per donare alle pietanze un sapore unico. Dopo la caduta dell'Impero romano, la cucina italiana ha subito l'influenza di diverse culture. Gli Ostrogoti, i Longobardi e i Bizantini hanno portato nuovi ingredienti e tecniche culinarie, arricchendo ulteriormente la nostra tradizione gastronomica.

Durante il Medioevo l'Italia era divisa in diverse città-stato, ognuna con la propria cucina distintiva. Le influenze esterne, come quella araba, hanno avuto un impatto significativo sulla cucina medievale italiana, tuttavia, è durante il Rinascimento che la cucina raggiunge la sua massima espressione e i cuochi italiani iniziano a sperimentare e a creare ricette che avrebbero segnato la storia culinaria del paese.

Lasagne vedi con verdure

Con la scoperta del Nuovo Mondo in Italia arrivano nuovi ingredienti, fino ad allora sconosciuti, come il pomodoro, la patata e il mais. Queste materie prime hanno arricchito la nostra cucina e portato alla creazione di piatti iconici come la pizza e i sughi a base di pomodoro. L'uso dell'olio d'oliva, che era già un elemento importante nella tradizione gastronomica nostrana, si diffonde ulteriormente in tutto il Paese.

L'importanza della salumeria italiana

La salumeria italiana è parte integrante della nostra cucina e i salumi sono da sempre considerati simboli di tradizione e qualità. Vengono spesso utilizzati come antipasti o ingredienti per piatti principali, per arricchire primi o secondi. I sapori ricchi e intensi dei salumi italiani, infatti, si sposano perfettamente con altri ingredienti della cucina nostrana, come formaggi, pasta, pane e vino.

Le ricette per la produzione di salumi vengono spesso tramandate di generazione in generazione, e molte aziende di salumeria italiane sono gestite da famiglie da secoli. Questa tradizione è radicata nel patrimonio culinario italiano e risale a tempi antichi. In generale, nella salumeria italiana si possono individuare diverse radici storiche: 

  • punico-fenicie, caratterizzate da preparazioni di piccola pezzatura realizzate in Sardegna; 
  • greche, che hanno dato origine a specialità con uso di spezie esotiche e nostrane in Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia; 
  • etrusco-latine, con la realizzazione di salumi prevalentemente crudi in Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise; 
  • celtiche, da cui deriva la preparazione di salumi crudi e cotti con limitato contenuto di sale in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; 
  • germanico mitteleuropee per quanto riguarda i salumi affumicati preparati in Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.

Durante l'Impero Romano, i salumi erano un alimento essenziale nella dieta quotidiana. I Romani avevano sviluppato tecniche di conservazione della carne, tra cui la salatura e l'essiccazione, che permettevano loro di conservare la carne per lunghi periodi di tempo. Queste tecniche hanno influenzato in modo significativo lo sviluppo successivo della salumeria italiana. La carne di maiale era l’ingrediente principale per la preparazione della maggior parte dei salumi e molti studiosi dell’antichità ne hanno lodato le proprietà. Ippocrate nel V sec. a.C. scriveva: “La carne di maiale è quella che fornisce al corpo umano più forza e la più digeribile”. Terenzio Varrone (I sec. a.C.) nel De Rustica scriveva invece che i Galli erano i principali esperti nella lavorazione delle carni suine, e che a Roma se ne importavano grandi quantità.

Durante il periodo medievale, la salumeria italiana inizia a prendere forma come una vera e propria arte e nascono le corporazioni di salumieri, create per garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti. Queste corporazioni sviluppano tecniche raffinate per la produzione e la conservazione dei salumi, usando spezie e erbe aromatiche per migliorarne il gusto. Dal XII al XVII sec, in particolare, nasce la figura del “norcino”, cioè colui che macella il maiale e si occupa di lavorarne le carni (ma può riferirsi anche al gestore delle botteghe dove si preparano e si vendono salumi e prodotti derivati dalla lavorazione delle carni di maiale). Col tempo questi professionisti iniziano ad organizzarsi in corporazioni o confraternite, ricoprendo anche ruoli importanti all’interno della società. A Bologna nasce la Corporazione dei Salaroli, mentre, nella Firenze dei Medici, la Compagnia dei facchini di S.Giovanni decollato della nazione norcina.

La storia della gastronomia italiana, dalle origini fino a oggi

In età Moderna i salumi e le carni di maiale lavorato vengono consumati in fastosi banchetti, diventando con il tempo vere e proprie golosità da esportare fuori dall'area di produzione. Dagli Archivi di Stato di Genova emerge che, fra Sette e Ottocento, i corsari genovesi stivavano già le navi di prosciutti provenienti dall’Emilia e dal Veneto. All’inizio dell’800 nascono i primi laboratori alimentari e le prime salumerie: ben presto la fama dei salumi italiani si diffonde all’estero, anche grazie alla propaganda che ne fecero Rossini e Paganini. 

Caratteristiche della cucina italiana

Una delle caratteristiche distintive della cucina italiana è la sua varietà regionale. Ogni regione d'Italia ha infatti i suoi piatti tradizionali e le sue specialità locali. Dal risotto al ragù, dal pesto genovese alle orecchiette pugliesi, ogni regione offre una varietà di sapori e preparazioni uniche. 

Inoltre, la nostra gastronomia predilige da sempre l'utilizzo di ingredienti freschi e di alta qualità, che vengono selezionati con grande attenzione alla provenienza e alla stagionalità. Frutta e verdura fresche, carne di alta qualità, salumi, formaggi artigianali e olio d'oliva sono solo alcuni degli ingredienti che rendono la nostra cucina così speciale e apprezzata in tutto il mondo. 

La cucina italiana si distingue anche per la sua semplicità e genuinità. Le ricette tradizionali spesso utilizzano pochi ingredienti, lasciando che i sapori naturali si esprimano al meglio. Questo approccio permette di apprezzare appieno i sapori autentici dei piatti italiani. Oltre che per queste caratteristiche, la nostra cucina si distingue anche per: 

  • la pasta fresca, uno dei pilastri della tradizione culinaria italiana. Dalle tagliatelle alle lasagne, dai tortellini alle penne, la pasta italiana offre una un’ampia gamma di formati e condimenti. La pasta fresca fatta in casa è particolarmente apprezzata per la sua consistenza e sapore unici; 
  • valorizzazione di prodotti locali e stagionalità: la grande attenzione alla provenienza dei prodotti e alle ricette tradizionali contribuisce a preservare la qualità e la genuinità dei piatti tipici della gastronomia italiana; 
  • l’utilizzo di spezie e condimenti: da sempre la nostra cucina predilige l’utilizzo di erbe aromatiche, spezie e condimenti per arricchire i piatti e creare combinazioni di sapori equilibrati. Ogni ingrediente viene selezionato per la sua capacità di contribuire alla complessità dei sapori; 
  • olio d'oliva e vino: due protagonisti della cucina italiana. L'olio extravergine di oliva è ampiamente utilizzato per condire le pietanze e aggiungere sapore, mentre il vino è da sempre parte integrante dei pasti, per accompagnare i piatti e valorizzarne i sapori; 
  • l’equilibrio tra tradizione e innovazione: mentre si mantengono salde le ricette e le preparazioni tradizionali, gli chef italiani sono anche aperti all'innovazione e, nel corso del tempo, hanno continuato a sperimentare nuove combinazioni di ingredienti e presentazioni per offrire esperienze culinarie uniche; 
  • il piacere di condividere il cibo: la cucina italiana è da sempre sinonimo di convivialità e condivisione. In Italia il momento dei pasti è visto come un’occasione per riunirsi e condividere il piacere del buon cibo con la famiglia, oppure con parenti e amici. 

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